Una panchina rossa per raccontarsi e per non sedersi sull'indifferenza

Dal 22 al 28 novembre 2021

Il Policlinico di Sant'Orsola contro la violenza sulle donne: per una settimana un numero per telefonare e inviare messaggi whatsapp, una mail dedicata per ogni tipo di info. E una testimonial d'eccezione, la stilista e imprenditrice Elisabetta Franchi, per raccontare la sua esperienza e invitare chi subisce violenza a denunciare.

 

Dal 22 al 28 novembre, in occasione della  Giornata internazionale contro la violenza sulle donne  che si celebra il 25 novembre, al Policlinico una settimana di iniziative dedicate.

 

LE INIZIATIVE:

Una linea telefonica 320.74.69.681 sarà sempre attiva per ricevere messaggi whatsapp, e da lunedì 22 novembre a venerdì 26 novembre dalle ore 14 alle ore 17 e sabato 27 novembre dalle ore 11 alle ore 13 risponderanno direttamente ginecologhe, pediatre, psicologi, infermiere, assistenti sociali, operatori socio sanitari, medici legali dedicati al percorso violenza sulla donna e sul minore che effettueranno una prima accoglienza e indirizzeranno al percorso più idoneo.

 

Durante tutta la settimana sarà attiva anche la mail openweek.violenza@aosp.bo.it , dove sarà possibile, tra le altre cose, concordare colloqui al di fuori dagli orari indicati fornendo nome e numero telefonico al quale essere ricontattati.

 

Una settimana in cui si concentrano azioni e messaggi, accanto all'attenzione concreta dei professionisti che lavorano 365 giorni all'anno, 24h su 24h, per la presa in carico delle donne che hanno subito violenza di qualunque genere, sia essa fisica o psicologica.

 

Uno dei luoghi in cui più frequentemente è possibile intercettare questi episodi è infatti il Pronto Soccorso. È qui che le vittime di violenza, a volte inconsapevoli della loro condizione, si rivolgono per un primo intervento sanitario. Le strutture di emergenza sono la porta a più bassa soglia di accesso per prenderle in carico e sono a disposizione non solo per cure mediche immediate e non procrastinabili ma per indirizzare le persone vittime di violenza verso un percorso di "liberazione" da ogni forma di abuso, di potere e di controllo.

 

La violenza ha effetti negativi a breve e a lungo termine, sulla salute fisica, mentale, sessuale e riproduttiva della vittima. Le conseguenze possono determinare per le donne isolamento, incapacità di lavorare, limitata capacità di prendersi cura di sé stesse e dei propri figli. Anche i bambini che assistono alla violenza all’interno dei nuclei familiari possono soffrire di disturbi emotivi e del comportamento e spesso sono essi stessi vittime della violenza.

 

Ed è proprio la voce di Elisabetta Franchi, donna che ce l’ha fatta, che ricorda e racconta la sua esperienza.