Non solo dive

Pioniere del cinema italiano

Non solo dive
Non solo dive

Atti del convegno internazionale (Bologna, 14-16 dicembre 2007), a cura di Monica Dall'Asta, Bologna, Cineteca di Bologna, 2008

 

Prefazione
Qualche tempo fa, per una ricerca che s'intitolava "Che genere di scuola", è stato chiesto a bambini e bambine di quinta elementare di esplicitare nomi di personaggi famosi nella Storia.
Alessandro Magno, Giulio Cesare, Napoleone Bonaparte: questa la risposta, peraltro facilmente intuibile, dei giovani allievi.
Solo ad una successiva e più mirata domanda su quali fossero i nomi di donne celebri, i più hanno ammesso di ricordare Cleopatra. L'aspetto più stupefacente della ricerca, tuttavia, non è tanto questo, quanto piuttosto il fatto che alla domanda specifica "perché ricordate solo così poche donne?", gli scolari abbiano risposto: "perché donne famose nella Storia non ce ne sono state!".
Potremmo cambiare l'ambito e parlare di pittura, del mondo del lavoro, di politica e, probabilmente non solo tra i più piccoli, riscontreremmo la medesima dinamica.
Di questa risposta, "Le donne non esistono perché la natura le ha relegate ad altri compiti", sono pieni, ormai, molti manuali di varie discipline.
Ci sono voluti la pazienza, la tenacia, il coraggio degli Women Studies per indagare su un passato raccontato solo da uomini e rompere stereotipi consolidati anche nella trasmissione del sapere.  
Gli Women Studies affermano che le donne sono state da sempre protagoniste in tutte le discipline.
Pochi esempi possono essere già significativi: in ambito scientifico si parla addirittura di un Premio Nobel "negato" alle donne. Quello di Lise Meitner che nel 1918 identificò, insieme al chimico Otto Hahn, l'elemento di numero atomico 91, chiamato protoattinio. Ed ancora, nel 1923 scoprì quello che successivamente il fisico francese Pierre Auger avrebbe chiamato l'effetto Auger. Tuttavia, nel 1944 solo ad Hahn e a Fritz Strassmann venne attribuito il Premio Nobel per la chimica quale riconoscimento per le ricerche compiute sulla fissione nucleare, dimenticando il lavoro fondamentale svolto da Lise negli esperimenti sulla radioattività.
Così pure, nel mondo dell'Arte, gli Women Studies sono stati necessari per sfatare l'idea di una partecipazione delle donne solo episodica ed "eccezionale", e per riconoscere talenti come quello di Properzia de' Rossi che, nel terzo decennio del Cinquecento lavora in uno dei cantieri più prestigiosi d'Europa, la basilica di San Petronio a Bologna, seconda città dello Stato Pontificio. È la prima donna scultrice documentata in Europa, presa ad esempio da Vasari (1568) per affermare l'"ardire" spregiudicato delle donne del suo tempo, spintesi talmente oltre da non vergognarsi "quasi per tôrci il vanto della superiorità, di mettersi con le tenere e bianchissime mani nelle cose mecaniche, e fra la ruvidezza de' marmi & l'asprezza del ferro; per conseguir il desiderio loro, & riportarsene fama". La sua presenza, singolare e unica nella tradizione artistica fino a secoli dopo, si presta proprio a fornire la prova di uno spazio di affermazione per lungo tempo precluso e reso inaccessibile alle artiste. La politica non fa eccezione: anche in questo caso ci sono voluti, infatti, gli Women Studies per riconoscere l'esistenza e l'importanza rivestita da intere società matriarcali, oppure per rintracciare la testimonianza di donne che, fin dal Trecento, come è accaduto per la nostra Christine de Pizan, si sono occupate di politica e, cioè, di quell'ambito legato a una dimensione pubblica del potere, in cui le donne sembrano ancora oggi non avere piena cittadinanza.
Per giungere poi al progetto che ora ci vede coinvolte, Non solo dive mette a fuoco un nuovo sistema da esplorare, quello del cinema.
Ad esso è dedicato questo volume che raccoglie gli atti del convegno tenutosi nel dicembre 2007 sotto la cura scientifica di Monica Dall'Asta. Una giornata ricchissima di contributi che documentano in modo inequivocabile come nella storia del cinema le donne non siano state solo dive (piccole o grandi interpreti), ma anche registe, sceneggiatrici, produttrici, distributrici, e si siano cimentate "nella difficile impresa di conquistare uno spazio di agibilità professionale all'interno di un'industria in via di formazione".
Numerose sono dunque le ragioni che motivano l'interesse dell'Assessorato Cultura e Pari Opportunità della Provincia di Bologna nei confronti della pubblicazione di questo testo: arricchire gli studi aprendo nuove prospettive d'indagine, meno frequentate e meno note, rappresentate dal punto di vista delle donne; promuovere l'affermarsi di una nuova consapevolezza storica, infrangendo certezze legate a stereotipi consolidati; riscoprire figure femminili che si sono sperimentate in ruoli professionali innovativi e trasmetterne la memoria per ricostruire la loro, la nostra presenza nel mondo del grande schermo e per delineare una storia del cinema in cui sia riconosciuta piena cittadinanza alle donne.
Questi obiettivi non sono stati mancati dall'attività di studi e ricerche emersi nel corso convegno e sottesi alla sua preparazione: senza alcuna ritualità e con profondo riconoscimento, desidero ringraziare Monica Dall'Asta per l'opera di cura e coordinamento del volume, insieme all'Associazione "Orlando", che ha seguito l'intero progetto Non solo dive, e alla Cineteca di Bologna, che ha partecipato con l'Assessorato alla realizzazione del libro e alla restituzione alla comunità degli atti del convegno.
Simona Lembi
Assessora alla Cultura e alle Pari Opportunità della Provincia di Bologna (mandato 2004-2009)

 
 
 
 
A cura di: Servizio cultura e pari opportunita'

Data ultimo aggiornamento: 10-09-2015