Il mercato del lavoro e le donne, divari, conquiste, parità

Il convegno a Bologna per fare il punto della situazione

Il convegno a Bologna
 
 

In Italia solo il 49,5% delle donne ha un posto di lavoro di cui solo il 31% a tempo pieno, perché è un fatto l’altissimo ricorso al part-time nella gran parte dei casi involontario. Così come un altro dato è che i salari diminuiscono per le madri nei 24 mesi successivi alla nascita dei figli e si allontanano le prospettive di carriera ed economiche. Le donne sono in prevalenza impiegate nei settori di lavoro povero, e questo ha delle forti ripercussioni in termini sia reddituali sia previdenziali tanto che le donne over 65 hanno un reddito annuo inferiore dell’11% rispetto agli uomini della stessa età. Colpisce il numero dei manager: benché ormai le donne si laureino come gli uomini, sono solo il 18% nei vertici delle aziende.

Questi dati, emersi nel corso del convegno “Il mercato del lavoro e le donne: divari, conquiste, parità” tenutosi a Bologna nella Sala Farnese di Palazzo d'Acursio e organizzato dall’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna, UPI Emilia-Romagna e Pandora rivista in collaborazione con il Piano per l’Uguaglianza della Città
metropolitana di Bologna, fotografano la situazione del lavoro femminile nel nostro Paese. Una situazione in cui a sfavore delle donne persistono divari, disparità salariali, ostacoli nell’accesso, difficoltà a raggiungere posizioni apicali e a conciliare tempo di vita e di lavoro, specie in relazione alla tutela della genitorialità.

Il convegno è stata l’occasione per un confronto sulle politiche e sul ruolo delle istituzioni nel contrastare le disuguaglianze di genere in ambito professionale e su come intervenire per offrire soluzioni efficaci. Fra i relatori Emma Petitti presidente dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna, Andrea Massari presidente della Provincia di Parma in rappresentanza di Upi Emilia-Romagna, Simona Lembi, responsabile del Piano per l’Uguaglianza della Città metropolitana di Bologna, e Barbara Lori, assessora alle pari opportunità della Regione Emilia-Romagna.

"Se neppure un territorio come Bologna, con alti indici di occupazione femminile e altissimi indici di copertura nei servizi di conciliazione può dirsi al riparo dai nodi profondi delle disuguaglianze nel mercato del lavoro tra uomini e donne significa che occorre uno sforzo enorme, dalle istituzioni europee a quelle nazionali, più esplicito e più diretto ad affermare la piena parità sostanziale tra lavoratori e lavoratrici - ha commentato Simona Lembi - Di questo ci siamo occupate in questo prezioso convegno, tutte questioni che sono nel Piano per l'Uguaglianza della Città metropolitana di Bologna e che seguiamo ogni giorno".

Per Emma Petitti "la condizione femminile misura la qualità democratica di un Paese e, quando favorevole, lo arricchisce, perché investire sul lavoro delle donne significa investire nell’economia e nello sviluppo sociale. Di fronte all’aumento delle disuguaglianze che accompagnano la crisi in atto dobbiamo impegnarci a cogliere tutte le opportunità che il PNRR offre per investire sulle donne. Il lavoro è il principale strumento di inclusione sociale e una delle vie per assicurare a ogni persona un’esistenza libera e dignitosa. Sta a noi amministratrici e amministratori pubblici - conclude Petitti - rivendicare un lavoro di qualità e al contempo rimuovere le cause che non consentono alle donne l’accesso ai posti apicali. È indifferibile realizzare l’uguaglianza di genere, la parità salariale nonché il riconoscimento dei diritti e delle tutele per tutte le lavoratrici".

Il presidente della Provincia di Parma Andrea Massari è intervenuto in rappresentanza di Upi Emilia-Romagna sottolineando che "le tematiche sulla pari dignità e uguaglianza tra donne e uomini nel mondo delle professioni, deve essere affrontato con grande trasversalità, perché riguarda ogni aspetto e ogni ambito dell’esercizio amministrativo, superando le logiche settoriali e di funzione. Le Province, in questo, possono offrire un contributo prezioso, proprio perché ente intermedio tra Comuni e Regioni, capace quindi di avere uno sguardo d’area vasta su territori talvolta disomogenei per caratteristiche e opportunità. Solo così potremo davvero innescare processi virtuosi in grado di dare risposte concrete".

Sono intervenuti anche Natalia Montinari, docente di economia politica, Laura Sartori, docente di sociologia, e Roberto Rizza, docente di sociologia e processi economici dell’università di Bologna.

 
 
 

Data ultimo aggiornamento: 01-12-2022