Le origini della Provincia

L'istituzione della Provincia, nella sua concezione moderna, si può far risalire alle riforme introdotte dalla Rivoluzione francese e da Napoleone, in particolare alla creazione dei dipartimenti concepiti sia come circoscrizioni dell'amministrazione statale sia come enti autarchici con scopi propri. La reggenza è affidata al Prefetto, che riveste sia il ruolo di rappresentante del Governo che quello di capo dell'Amministrazione provinciale.

La suddivisione del territorio in mandamenti, circondari, comuni e province viene formalizzata con la legge Rattazzi del 28 ottobre 1859, che ridisegna l'organizzazione territoriale del Regno di Sardegna. Le Province, rette da un governatore, si delineano come un consorzio permanente di Comuni e si compongono di un Consiglio provinciale, elettivo e deliberante, e di una Deputazione.

Sarà il governo La Marmora a unificare amministrativamente il neo-costituito Regno d'Italia e a formulare il Testo Unico della legge comunale e provinciale. La rappresentatività della Provincia è affidata al Consiglio, retto da un presidente e da un vicepresidente, e alla Deputazione provinciale, guidata dal Prefetto e composta da consiglieri, organo esecutivo dell'Ente, che esercita funzioni di controllo su alcune deliberazioni comunali.
Tale legge, inoltre, introduce funzioni facoltative e potestà di spesa che, per la prima volta, consentono alla Provincia di provvedere agli interessi degli amministrati.

Il governo Crispi, con la legge 30 dicembre 1888, istituisce la Giunta provinciale amministrativa, che subentra alla Deputazione anche nei controlli delle deliberazioni comunali. Le funzioni che erano del Prefetto si trasferiscono al presidente, scelto dal Consiglio fra i propri componenti.

In epoca giolittiana (1892-1911), a causa di un maggior rilievo dei Prefetti e di un minore potere di spesa, le funzioni dell'Ente risultano impoverite e le attività burocratizzate a favore del governo nazionale. Gli organi istituzionali locali sono sempre più circuiti clientelari dei notabili piuttosto che rappresentative degli interessi delle comunità territoriali.
Le successive riforme all'ordinamento della Provincia sancite dai testi unici del 1889, 1898 1908, e 1915 non apporteranno modifiche sostanziali.