La sicurezza nelle indagini ISTAT e nel Benessere equo e sostenibile (BES)


Dal 1997 l’Istituto Nazionale di Statistica conduce con cadenza biennale un' indagine sulla percezione della sicurezza dei cittadini e sulla vittimizzazione , anche allo scopo di conoscere il fenomeno della criminalità “attraverso il punto di vista della vittima". L'indagine fa parte del sistema integrato di Indagini Multiscopo sulle famiglie, è realizzata tramite interviste telefoniche e, per le persone prive di un recapito telefonico, con interviste faccia a faccia.

Per l’ultima rilevazione (2015-2016) il campione è stato di circa 50.000 persone intervistate, distribuite in tutto il territorio nazionale. 

Oggetto della rilevazione è la percezione della sicurezza nell’ambiente di vita del cittadino, il degrado socioambientale della zona in cui vive e le misure di protezione adottate dalle famiglie per difendere la propria abitazione. In sintesi, il quadro della percezione soggettiva della sicurezza (la paura e la preoccupazione di subire i reati), del rischio percepito della criminalità nella zona in cui si vive, del rapporto con le forze dell’ordine e delle strategie messe in atto dagli individui e dalle famiglie per difendersi.

Ulteriore oggetto dell’indagine sono alcuni reati contro la persona e contro il patrimonio, il numero dei soggetti che hanno subito reati, la propensione a denunciare o meno i reati e le relative motivazioni, la dinamica dei reati.

In particolare, i reati considerati sono lo scippo, il borseggio, il furto di oggetti personali, la rapina, la minaccia e l’aggressione, la clonazione della carta di credito, la truffa, il furto dei veicoli e delle parti di veicolo, il furto di oggetti dai veicoli, il furto in abitazione e l’ingresso abusivo, gli atti di vandalismo, il furto e il maltrattamento di animali, le truffe e le frodi informatiche.

Data la numerosità del campione, l'indagine permette da un lato di stimare il sommerso di un gran numero di reati non denunciati, e dall’altro di identificare i gruppi di popolazione più a rischio (profilo delle vittime, come, dove e quando queste hanno subito il reato, relazione con l’autore del reato e fattori di rischio quali lo stile di vita, l’abitare in una determinata zona, l’età, il genere, ecc.).

Infine, l'indagine rileva i dati sulle molestie sessuali, sui ricatti sessuali sul lavoro e sul disagio nelle relazioni in ambito lavorativo. È esclusa la stima della violenza contro le donne che richiede, per la delicatezza del tema trattato, una metodologia particolare, e viene rilevata con indagini ad hoc.

 

La “dimensione sicurezza” del Benessere Equo e Sostenibile - BES

 

Nel dicembre 2010 il Cnel e l'ISTAT hanno avviato il progetto BES - Benessere Equo e Sostenibile - che costituisce il primo tentativo italiano di sviluppare attraverso una prospettiva multidimensionale, ovvero che tenga conto di indicatori oggettivi ma anche soggettivi, un sistema di misurazione del benessere.

 

Il progetto per misurare il benessere equo e sostenibile si inquadra nel dibattito internazionale sul “superamento del Pil”, nella consapevolezza che i parametri sui quali valutare il progresso di una società non possono essere esclusivamente di carattere economico, ma devono invece tenere conto anche delle dimensioni sociali e ambientali del benessere.

Nel giugno 2012 l’ISTAT e il Cnel hanno identificato dodici diverse “dimensioni” del benessere, tra le quali figura la sicurezza: ambiente, salute, benessere economico, istruzione e formazione, lavoro, relazioni sociali, sicurezza, benessere soggettivo, paesaggio e patrimonio culturale, ricerca e innovazione, qualità dei servizi, politica e istituzioni

Secondo ISTAT, in particolare,

 

…è certo che la serenità della percezione soggettiva e il vissuto della sicurezza oggettiva dei contesti attraversati nel proprio quotidiano assurgano a dimensioni cardini nella costruzione del benessere individuale e delle collettività a cui si partecipa.

La sicurezza personale è infatti un elemento fondativo del benessere degli individui.

Essere vittima di un crimine può comportare una perdita economica, un danno fisico e/o un danno psicologico dovuto al trauma subito. L’impatto più importante della criminalità sul benessere delle persone è il senso di vulnerabilità che determina.

La paura di essere vittima di atti criminali può influenzare molto le proprie libertà personali, la propria qualità della vita e lo sviluppo dei territori.

Cfr. http://www.misuredelbenessere.it/index.php?id=30


Per ognuna delle dodici dimensioni è stata individuata una serie di indicatori per un totale complessivo di oltre 130 indicatori.Nel caso del tema particolarmente complesso della sicurezza, si tratta necessariamente di indicatori sia oggettivi sia soggettivi, capaci cioè di dare la “dimensione” del “malessere” connesso ai sentimenti di paura e insicurezza, e ancor di più al trauma della vittimizzazione.

 

Nell’ambito degli indicatori oggettivi, ISTAT ha considerato queste due dimensioni:

  • La criminalità. Una delle minacce più comuni per la sicurezza personale nei paesi sviluppati ed emergenti. Le conseguenze dirette riguardano la salute fisica e mentale delle vittime, le perdite economiche, e possono protrarsi anche a lungo nel tempo. La vittimizzazione indiretta coinvolge invece non solo le vittime ma anche coloro che sono nel loro ambiente sociale prossimo, così come le comunità locali, esposte all’amplificazione mediatica.
  • La violenza fisica e sessuale subita dentro e fuori le mura domestiche. L’effetto delle violenze subite può protrarsi per periodi molto lunghi, se non per tutto l’arco della vita, in termini di in/capacità di gestione della propria vita di ogni giorno, di spese mediche, di dipendenza da altri, di in/capacità di raggiungere la felicità. Le conseguenze indirette sono un aumento dell’insicurezza, della preoccupazione e dell’ansia, che può arrivare ad essere un vero e proprio ostacolo per le attività della vita quotidiana

Nell’ambito degli indicatori soggettivi ISTAT ha considerato invece le due dimensioni seguenti:

  • La percezione del degrado sociale e ambientale;
  • La paura della criminalità.

Gli indicatori di carattere soggettivo rimandano a loro volta ad un gruppo di quesiti tratti dall’Indagine ISTAT Multiscopo sulla Sicurezza dei Cittadini (1-3) e dall’Indagine ISTAT Multiscopo sugli Aspetti della vita quotidiana (4):

  1. Preoccupazione di subire una violenza sessuale: La percentuale di persone di 14 anni e più che sono preoccupate (molto o abbastanza) di subire una violenza sessuale sul totale delle persone di 14 anni e più.

  2. Paura di stare per subire un reato in futuro: La percentuale di persone di 14 anni e più che hanno avuto paura di stare per subire un reato negli ultimi 12 mesi sul totale delle persone di 14 anni e più.

  3. Presenza di elementi di degrado nella zona in cui si vive. La percentuale di persone di 14 anni e più che vedono spesso elementi di degrado sociale ed ambientale nella zona in cui si vive sul totale delle persone di 14 anni e più.

  4. Percezione di sicurezza camminando al buio da soli: La percentuale di persone di 14 anni e più che si sentono sicure camminando al buio da sole nella zona in cui vivono sul totale delle persone di 14 anni e più.

Nel 2013, lo stesso anno in cui viene diffuso il primo Rapporto nazionale sul benessere equo e sostenibile, viene pubblicato il progetto Il Benessere Equo e Sostenibile delle Province , condotto in forma di prototipo dall’Ufficio Statistica della Provincia di Pesaro e Urbino con la partecipazione metodologica e tecnica di Istat. In seguito il progetto è inserito come studio progettuale nell’aggiornamento 2013 del Programma Statistico Nazionale 2011-2013 , allo scopo di definire un Sistema Informativo Statistico (SIS), costituito da indicatori utili a cogliere le specificità locali, per la misurazione del benessere equo e sostenibile a supporto della programmazione degli Enti di governo di area vasta, Province e Città metropolitane.

Al suo avvio, il progetto viene proposto a tutte le Amministrazioni provinciali. Aderiscono 21 Province, di cui 5 in Emilia-Romagna, tra cui Bologna (assieme a Parma, Ravenna, Forlì Cesena, Rimini). Nel Programma statistico nazionale del triennio 2017-2019 si riconferma lo studio come Sistema informativo statistico, ed il progetto vede attualmente coinvolti nello sviluppo e nell'estensione del prototipo di sistema informativo 24 Enti di area vasta, tra i quali le Città metropolitane di Genova, Bologna, Milano, Roma, Napoli, Reggio Calabria e Bari.

 

Vedi, in questo sito: BES - Città metropolitana di Bologna

 

Lo studio riferito al Benessere Equo e Sostenibile articolato a livello territoriale subregionale si è sviluppato sinora in sole undici dimensioni; manca infatti la dimensione del “Benessere soggettivo” e tutti gli indicatori di percezione e di autovalutazione presenti nelle altre 11 dimensioni. L’impossibilità di utilizzare tali indicatori soggettivi deriva dal fatto che vengono rilevati tramite indagini campionarie nazionali con una rappresentatività che si ferma al massimo al livello regionale.

Da qui l’opportunità di utilizzare le risorse del Centro Demoscopico della Città metropolitana, rilevando direttamente le opinioni e le preoccupazioni dei cittadini metropolitani bolognesi, in materia di sicurezza come in altre materie, completando, con le informazioni complementari agli indicatori oggettivi, il quadro di conoscenza del Benessere equo e sostenibile vissuto nella Città metropolitana di Bologna.

La rilevazione se non annuale periodica delle opinioni dei cittadini in merito alla percezione della sicurezza a livello delle Città metropolitane, e dunque anche e soprattutto dei Comuni metropolitani che ne sono capoluogo, può essere considerata indispensabile ai fini di una corretta valutazione del Benessere equo e sostenibile dei cittadini.