Si è
chiusa oggi, mercoledì 16 aprile, la Conferenza di pianificazione del nuovo
Piano operativo degli insediamenti del commercio. Dopo 10 mesi di consultazioni
con i Comuni, con il Nuovo Circondario Imolese e con le associazioni di
categoria, il progetto di Piano presentato dalla Provincia è stato ratificato
senza modifiche sostanziali e confermando tutte le principali strategie proposte
dalla Provincia.
Inizia
così l'iter per l'adozione formale del Piano - che avverrà entro la prossima
estate - e per la successiva approvazione finale, che si concluderà entro il
mandato amministrativo, nei primi mesi del 2009.
Sono
nove gli ambiti territoriali sui quali potenzialmente, nei
prossimi anni, si potranno concentrare gli sviluppi commerciali relativi alla
grande distribuzione organizzata: ambiti che coincidono con i Poli funzionali
già previsti dal Ptcp (Piano territoriale di coordinamento provinciale). Questi
ambiti territoriali assicurano la migliore soluzione per l'accessibilità e
garantiscono uno sviluppo ordinato e sostenibile del
territorio, in quanto:
- sono quasi tutti collocati all'esterno della
conurbazione bolognese;
- sono prossimi a importanti infrastrutture di
viabilità;
- garantiscono una buona relazione con il Servizio ferroviario
metropolitano (Sfm);
- sono collocati in zone della provincia in cui
l'offerta di grande distribuzione è debole e nelle quali l'impatto con la rete
del commercio al dettaglio è minore.
Il
Piano prevede un rigoroso sistema di regole per garantire la
sostenibilità degli interventi:
- a ciascun polo di sviluppo
corrisponde una categoria dimensionale e merceologica insediabile (si prescrive
quali poli possano ospitare categorie "alimentari" e quali "non
alimentari");
- una serie di prescrizioni regola l'accessibilità: prima di
costruire su quelle aree bisognerà che contestualmente siano predisposte le
infrastrutture per la viabilità e la mobilità metropolitana già inserite tra le
opere prioritarie del Piano della Mobilità Provinciale;
- infine, una serie
di prescrizioni riguardano le valutazioni ambientali da compiere
preventivamente, a garanzia del minimo impatto possibile dei nuovi insediamenti
commerciali.
Regole queste che pongono espliciti limiti allo sviluppo, senza
la necessità di attribuire, area per area, delle misure edificatorie, che
immediatamente si tradurrebbero nella dannosa catena dell'aumento di rendita:
una distorsione contro la quale questo Piano si oppone con forza.
Tre sono
gli aspetti innovativi, anche rispetto al panorama nazionale,
che il Piano del commercio introduce:
- la centralità del Sistema ferroviario
metropolitano e delle sue stazioni, come luoghi da abitare, vitali e di qualità,
cui i progetti commerciali di piccola entità potranno dare nuovo impulso;
-
il progressivo adeguamento dei grandi progetti commerciali in Aree
ecologicamente attrezzate (cioè con standard costruttivi e gestionali a impatto
molto limitato);
- un sistema di perequazione urbanistica che indirizzi i
ricavi pubblici derivanti dall'edificazione delle grandi strutture commerciali,
a compensare gli impatti territoriali ed economici generati: principalmente
quindi una redistribuzione indirizzata a finanziare la grande rete di mobilità e
il sistema del commercio di vicinato.
Non va infine dimenticato il forte contenimento delle
dimensioni: a fronte di una prima ipotesi che sfiorava i 200 mila mq di
superficie di vendita per un arco di tempo indeterminato, il Piano stabilisce -
seguendo le indicazioni della normativa regionale - una dimensione di 86
mila mq per sei anni; proponendo una verifica dopo tre anni a un tavolo
di consultazione, da istituire con i Comuni e le Associazioni di categoria, per
verificare e valutare congiuntamente gli effetti di questa manovra sul
commercio, ed eventualmente introdurre dei correttivi.