San Benedetto Val di Sambro: architetti da tutto il mondo per progettare e costruire arredi urbani in legno

 

Il borgo di Serrucce di Ripoli, a San Benedetto Val di Sambro, per una decina di giorni si è popolato di architetti provenienti da ogni parte di Italia ma anche da Russia, Olanda e altri paesi europei che hanno realizzato alcuni arredi urbani progettati e costruiti con il contributo della popolazione locale.

 

L’idea è nata in seguito ai laboratori partecipati di “Bassa Velocità in Val di Setta”, voluto dall’Unione dei comuni dell’Appennino bolognese e gestito dalla società Ciclostile per coinvolgere i cittadini sulle possibilità di rilancio delle aree interessate dai lavori per la Variante di Valico, progetto che a San Benedetto Val di Sambro è partito con un po’ di anticipo rispetto agli altri comuni interessati. Proprio da quegli incontri era nata la necessità, da parte dei cittadini, di riqualificare il territorio dopo i tanti disagi legati ai lavori: ma se una vera riqualificazione ha tempi lunghi e necessita ovviamente del coinvolgimento di più soggetti, alcuni messaggi era possibile cominciare a lanciarli da subito.

 

Da qui il coinvolgimento di una associazione, Camposaz, che ha lanciato un bando per coinvolgere dieci giovani architetti, designer e ingegneri di tutto il mondo che sono stati ospitati a Ripoli e dopo tre giorni di progettazione, scoperta, conoscenza reciproca e del territorio, hanno cominciato a realizzare alcuni “plastici 1:1”, come piace loro definirli, cioè oggetti architettonici in legno che si amalgamano e interagiscono con uno dei paesaggi più suggestivi dell’Appennino. L’idea è stata quella di identificare gli spazi pubblici del piccolo borgo in pietra che ospitavano antiche fontane, siti nei crocevia dei vicoli, cioè elementi indispensabili per la quotidianità domestica, e arricchirli con spazi pensati per la socialità, la sosta, l’incontro, la fruizione del territorio da parte di residenti e visitatori. Di queste aree è stato insomma sottolineato e promosso il carattere identitario, per lanciare un messaggio di costruzione di senso che coinvolgesse la comunità.

 

È stato come se una astronave carica di architetti arrivasse a popolare questo piccolo borgo – racconta divertita Valeria Zamboni, uno dei progettisti che ha coordinato i lavori – i cittadini ci hanno accolto letteralmente in casa loro e ci sono stati molto vicini in questi giorni, anche perché erano stati preparati dal percorso partecipativo. Una bella esperienza per noi tecnici, abituati ad una formazione talvolta troppo teorica e poco portata al dialogo e al confronto”.

Un’esperienza formativa anche da un punto di vista sociale per questi progettisti che hanno convissuto per dieci giorni progettando e vivendo il contesto che li ha ospitati. Il risultato sono alcuni manufatti in legno attenti all’ambiente, moderni e che sicuramente hanno arricchito questo borgo che si appresta ad essere “invaso” soprattutto in occasione di appuntamenti estivi come quelli previsti per la rassegna Borghi diVini.

 

Il Comune di San Benedetto Val di Sambro ha deciso di investire in questo progetto – spiega il sindaco Alessandro Santoniperché nell’attesa di percorsi di qualificazione ben più complessi che non dipendono solo da noi, ci è sembrato opportuno dare un messaggio di vitalità e speranza a tutta la comunità. Anche con risorse non ingenti ma con tanta buona volontà e creatività, come in questo caso, si può tornare a promuovere un territorio”.

 

Fonte: Ufficio stampa Unione Comuni Appennino Bolognese

e-mail: ufficiostampa@unioneappennino.bo.it

 

 

Data ultimo aggiornamento: 08-06-2017