Transappenninica: accordo per rilanciare il turismo tra Bologna e Pistoia

Firmata l'intesa fra le Regioni Emilia-Romagna e Toscana

Treno - Archivio Città metropolitana di Bologna

La ferrovia Transappenninica, inaugurata nel 1864, con le sue 47 gallerie e 35 ponti e viadotti che attraverso l'Appennino collega Bologna a Pistoia lungo la vallata del Reno, è la linea più frequentata con oltre 10.000 passeggeri al giorno. E per valorizzare la Porrettana, come è meglio conosciuto quello che fu il primo collegamento tra il nord e il sud d'Italia attraverso l'Appennino, ora c'è un Accordo siglato dalle Regioni Emilia-Romagna e Toscana a cui partecipano gli Enti locali interessati.

L'intenzione è far conoscere meglio le bellezze naturalistiche della montagna tra Pistoia e Bologna usando un treno storico. Il progetto "Ferrovia transappenninica", coinvolge la Città metropolitana di Bologna (il Protocollo di Intesa è stato approvato dal Sindaco metropolitano il 9 novembre scorso), i Comuni di Pistoia e di Alto Reno Terme e le Unioni di Comuni Alto Reno, Appennino bolognese, Valli del Reno, Lavino e Samoggia e Appennino pistoiese. Con il protocollo triennale per lo sviluppo del progetto "La Ferrovia Transappenninica", i firmatari si impegnano a redigere, entro un anno, un piano dettagliato e condiviso per il rilancio dell''Appennino tosco-emiliano-romagnolo che coinvolga tutti i territori della Porrettana.

Tra gli impegni c'è il sostegno, anche attraverso i Gruppi di azione locale (Gal), a forme di sviluppo dell'occupazione e delle attività produttive. Inoltre le due Regioni si impegnano ad attivarsi con i gestori del servizio ferroviario e della rete per il mantenimento in efficienza della linea, con particolare riferimento all'utilizzo turistico-cicloturistico-escursionistico. La transappenninica si inserisce all'interno del Piano strategico del turismo del Ministero dei Beni per lo sviluppo di progetti per la mobilità a fini turistici (ciclovie nazionali, cammini, servizi ferroviari turistici, mobilità slow).   

Il protocollo, dunque, può dare spazio alla cosiddetta "mobilità slow", alternativa all'alta velocità, per favorire la conoscenza di un territorio ad alto interesse naturale e culturale.

 
 
Data ultimo aggiornamento: 21-11-2016
 
 
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