Da venerdì 14 a domenica 16 settembre si svolge a Medicina la ventiduesima edizione della «Rievocazione storica del Barbarossa», evento che ricorda i fatti accaduti nel 1154, con l'arrivo dell'imperatore Federico I di Svevia, detto il Barbarossa, che liberò i territori dal dominio di Bologna.
Diverse le novità in questa edizione, a partire dall’inizio dei festeggiamenti in costume, già previsti fin da venerdì sera. La nuova direzione artistica è curata dalla compagnia «Epidemia teatro», che ha puntato sul tema della leggenda del Barbarossa, ricreando un unico spettacolo teatrale che si snoderà lungo le vie del paese per l’intero arco dei tre giorni, raccontandone la storia. Il tutto grazie all’apporto di oltre quaranta attori medicinesi.
Durante il fine settimana l’intera città si immergerà in un’atmosfera medioevale, grazie ai circa duemila figuranti che animano le piazze, le vie e gli oltre venti punti di ristoro allestiti nel centro storico. L’evento, organizzato dall’associazione Pro Loco e dal Comune di Medicina, ha il patrocinio della Regione Emilia-Romagna, della Provincia di Bologna e della Stai (Società turismo area imolese).
I visitatori potranno gustare le specialità del territorio e perdersi nei «percorsi tematici» fra odori, sapori, arte e mestieri antichi, magie e colori, armi, giochi e musica. In ogni angolo della città musici, giocolieri, tamburi, streghe e cantastorie allieteranno gli ospiti.
Tra gli appuntamenti principali: il Palio della Serpe, la cena medioevale, la rievocazione della battaglia tra Medicina e Bologna e le sfilate storiche tra le vie del centro. Nelle giornate di sabato e domenica l’ingresso alla festa costa 5 euro, il biglietto del sabato permette l’ingresso il giorno seguente senza ulteriori costi. Il venerdì l’ingresso è gratuito.
La leggenda della serpe
La leggenda vuole che l’imperatore Barbarossa, giunto malato in questo luogo paludoso e malsano, sarebbe guarito dopo aver bevuto un brodo preparato dagli abitanti locali nella cui pentola era caduta una serpe. In seguito a questa guarigione lo avrebbe reso autonomo dal dominio di Bologna, fissandone i confini e riconoscendo privilegi ed esenzioni.
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