Monitorare gli effetti economici, sociali e ambientali delle procedure pubbliche di acquisto. La Città Metropolitana di Bologna a Koszalin (Polonia) per il 6° meeting del progetto europeo “Procure"

 
Lavori in corso a Koszalin
Lavori in corso a Koszalin

Come misurare l’impatto delle gare d’appalto sull’economia locale ed in particolare i suoi effetti sociali e ambientali con continuità, durante tutta la procedura di gara. È stato questo il tema principale affrontato nel 6° meeting internazionale del progetto europeo Procure, a cui ha partecipato anche una rappresentanza della Città Metropolitana di Bologna. L’incontro si è tenuto a Koszalin, città del nord della Polonia, uno dei partner del progetto insieme ad altre municipalità di Regno Unito, Spagna, Croazia, Romania, Ungheria, Polonia, Olanda e Repubblica Ceca.


La Città Metropolitana di Bologna ha già un sistema di monitoraggio che applica, caso per caso, a seconda delle caratteristiche di fornitura. La sfida è quella di provare ad avere una procedura più definita ed efficace possibile.
Sia la Città Metropolitana che la Regione Emilia-Romagna stanno ancora lavorando sulla messa a punto di meccanismi di monitoraggio ben determinati. Le difficoltà maggiori si riscontrano soprattutto quando si ha a che fare con gli impatti sociali generati dal processo di public procurement.

 

Prendere esempio dalle buone pratiche di altri paesi dell’Unione Europea, in particolare di quelli coinvolti nel progetto, può essere di aiuto a definire questi meccanismi.
Durante il meeting polacco sono state presentate diverse esperienze estere. Ad esempio, quella della città in-glese di Preston che, per aumentare l’inclusione dei criteri sociali nelle gare di appalto, ha creato una apposita guida. Inoltre, nella cittadina della regione di Lancashire, le piccole e medie imprese del territorio vengono pe-riodicamente chiamate a discutere questi aspetti nei cosiddetti “Supplier Days”. Il risultato è una maggiore partecipazione delle imprese locali alle gare d’appalto e, di conseguenza, un maggior impatto di spesa pubbli-ca sul territorio.

 

Il meeting è stata anche l’occasione utile per illustrare una specifica procedura di approvvigionamento pubblico. Il primo passo è quello di individuare quali problemi o sfide si vogliono affrontare (ad esempio, migliorare la disoccupazione giovanile, spingere sulla sostenibilità delle imprese e così via).
In una seconda fase occorre coinvolgere tutte le c.d. anchor institution locali nel processo di approvvigiona-mento, condividendo gli obiettivi prefissati in modo diffuso ed integrato. Ciò garantirà un approccio più uni-forme alle procedure di appalto.
Terza e quarta fase, poi, riguardano la progettazione concreta della gara, direttamente collegabile alla natura del bene e/o del servizio da acquistare, a seconda anche del settore di riferimento. Ad esempio, potrebbe es-sere rilevante creare procedure per le commissioni negli appalti di costruzione diverse da quelle relative al set-tore dell’Information Technology. Lo scopo è pensare a situazioni di applicazione più ampie possibili.

 

Nei passi successivi, attraverso la procedura di gara, l’istituzione pubblica può calcare o meno su vari aspetti: ad esempio, incentivando l’innovazione di prodotto o di servizio (Public Procurement of Innovation) oppure organizzando incontri di formazione per i buyer volti a spiegare i risultati che si cerca di ottenere attraverso la fornitura o, ancora, stimolando l’aggregazione di due o più imprese per una partecipazione più competitiva ed agevole alla gara stessa.
Nelle fasi successive, si può definire una scala numerica (in termini di punteggio) per i criteri posti oltre a quelli tradizionali del prezzo e della qualità. Sono due le possibili modalità di assegnazione di tale punteggio: la pri-ma consiste nell’adottare una percentuale fissa in tutti gli appalti (ad esempio il 10%); la seconda stabilisce ta-le percentuale caso per caso, a seconda della natura del bene o del servizio oggetto dell’appalto.

 

A questo punto si potrebbe pensare di formulare domande specifiche alle aziende coinvolte nella procedura, al fine di monitorare il loro effettivo rispetto dei criteri posti in precedenza. Se l’obiettivo è quello di creare posti di lavoro, ad esempio, si potrà chiedere al potenziale fornitore: "Quanti nuovi posti di lavoro creerai attraverso questo contratto oltre a quelli che creeresti comunque?". Se l’obiettivo è stimolare il lavoro collaborativo e/o favorire l’ambito sociale si potrà chiedere: “Quale parte di questo contratto andrà a vantaggio di aziende non profit o favorirà un’altra impresa?”.


Il processo decisionale può infine proseguire impostando dei valori numerici sia per gli aspetti quantitativi, sia per quelli qualitativi. Nel primo caso, ad esempio, si potrebbero assegnare 10 punti a chi crea fino a 2 posti di lavoro in più, 20 punti a chi crea fino a 4 posti di lavoro in più e così via. Nel secondo caso, si potrebbero asse-gnare punti in più all’azienda che dimostra di aiutare altre aziende o aziende del terzo settore.
I risultati più interessanti che di volta in volta vengono ottenuti con il monitoraggio potranno poi diventare parte delle future condizioni contrattuali.

 
 
Ultimo aggiornamento: 27-09-2017