100° Carolina Coronedi Berti

100° Carolina Coronedi Berti

Il progetto "Una pioniera degli studi etnolinguistici e demoantropologici: Carolina Coronedi Berti (1820-1911)" - promosso in occasione del Centenario della morte di Carolina Coronedi-Berti (1820-1911), studiosa di dialetto e tradizioni popolari - ha previsto la realizzazione di una giornata di studi con la partecipazione di docenti e studiosi di italianistica e etnolinguistica, istituzioni e associazioni, e la pubblicazione dei relativi atti.

Il progetto è promosso da Provincia di Bologna (Servizio Cultura e Pari Opportunità e Istituzione Villa Smeraldi), Comune di Bologna, Comune di Budrio nel quadro delle iniziative di valorizzazione del dialetto bolognese

con il sostegno di L.R. 45/94 (programma 2010) e Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna

 

Nel 2011 ricorre il 100° anniversario della morte di Carolina Coronedi-Berti (1820-1911): studiosa di dialetto e tradizioni popolari, la sua attività di ricerca, riconducibile all'interesse manifestato dal movimento romantico-risorgimentale verso gli aspetti della "cultura popolare", fu originale, vasta e pionieristica. Nella Bologna della seconda metà dell'Ottocento, dominata dalla personalità di Carducci, quando il suo più affezionato allievo S. Ferrari studiava la "letteratura popolare italiana" e in particolare si dedicava alle testimonianze del territorio di Molinella, la Coronedi-Berti curava, tra il 1869 e il 1874, quello che è considerato ancora oggi il maggior repertorio di voci dialettali bolognesi, il Vocabolario bolognese -italiano. L'opera si collegava alle iniziative di politica linguistica del recente Regno d'Italia e intendeva colmare una carenza: "Bologna che fu chiamata da secoli la madre degli studi, la dotta, la grassa...questa nobile città era priva di un vocabolario" e Coronedi-Berti  intendeva fornire uno strumento che fosse "di utilità ...a quelli che studiano e a quelli che insegnano", che naturalmente parlavano pressoché esclusivamente dialetto. Il lavoro si caratterizza per l'uso di fonti orali e scritte, infatti, benché "bolognese e in possesso del dialetto", l'Autrice dichiarava di essersi spesso mescolata alle persone "per sentire della viva parola quanto potesse giovare al mio scopo, e sempre raccogliendo e notando", e - aggiungeva - "lessi vari scrittori di dialetto bolognese, antichi e moderni". Per la prima volta, inoltre, con spirito critico e lucidità di scelte, CB sottolineava il problema della grafia del dialetto e, rifiutando le soluzioni fino a quel momento adottate, perché non rispondenti alla pronunzia, adottava "un'ortografia che rendesse facile la lettura , e più che sia possibile giusto il suono della pronunzia [...] burasca anziché burrasca, dona anziché donna....". Il suo vocabolario,"nato - come ci informa l'A. - in mezzo alle cure della famiglia e accresciuto dal poco mio ingegno, solo dirò ch'egli, qualunque ei sia , venne fatto da me con quel fermo volere, di cui se ne dubita la donna esser capace", resta come testimonianza del grande sforzo effettuato, teso a documentare l'intero patrimonio linguistico cittadino.

Con lo scopo che anche Bologna potesse dire "d'aver le sue favole" editò nel 1883 una raccolta, Al sgugiol di ragazù, che ne annovera ben cinquanta, raccolte "dalla bocca del volgo e de' nostri contadini" (fino ad ora non tradotte, ma solo rieditate nel 2000, ed. Forni, Sala Bolognese: un'edizione critica, provvista di traduzione sarebbe quanto mai opportuna). Fu pioniera anche negli studi folklorici e di "poesia popolare" in Italia e a Bologna. Le sue ricerche furono pubblicate in periodici prestigiosi della sua epoca: "La Rivista Europea" (Firenze), "Archivio per lo studio delle tradizioni popolari" (Palermo), "Rivista di letteratura popolare" (Roma), "Rivista delle Tradizioni Popolari Italiane" (Roma). Un suo lavoro monografico è confluito nella prestigiosa opera scientifica, di Angelo De Gubernatis, Storia degli usi natalizi in Italia e presso gli altri popoli indo-europei, stampata a Milano nel 1878. Importanti anche i suoi studi sul canto lirico-monostrofico e su vari altri aspetti della tradizione: fitoterapia, giochi, usi nuziali e funebri, ecc.

Breve bibliografia (v. anche O. Trebbi - G. Ungarelli, Costumanze e tradizioni del popolo bolognese, Bologna, 1932): Di alcuni usi popolari bolognesi (in "Rivista Europea",II, 1872) Usi nuziali del contado bolognese (in ID., III, 1874) Appunti di botanica bolognese (in "Rivista Europea", IV, 1875) Appunti di medicina popolare (in "Rivista di letteratura popolare", Roma, 1877, fasc. I) Vocabolario bolognese-italiano, Bologna, 1877 Usi popolari natalizi nel bolognese, in A. De Gubernatis, Storia degli usi natalizi in Italia e presso gli altri popoli indo-europei, Milano, 1878 Stornelli dei contadini bolognesi , in "ATP", I, 1882 Proverbi bolognesi-Agricoltura, Meteorologia (in "ATP", id.) Al sgugiol di ragazù. Favole bolognesi, Bologna, 1883 Usi e credenze funebri nel bolognese (in "RTP", I, 1893-1894) Raccolta di giuochi usati nel Bolognese esposti per gradazione d'età (in "RTP", I, 1893-1894)

 

 
 
Eventi
At vói cuntèr na fóla. Carolina Coronedi Berti e la cultura del suo tempo. Atti

2012

At vói cuntèr na fóla. Carolina Coronedi Berti e la cultura del suo tempo. Atti

Pubblicazioni / Dialetto

a cura di Andrea Battistini, Provincia di Bologna, 2012

sostenuto da L.R. 45/94 (programma 2010) e Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna

 

At vói cuntèr na fóla. Carolina Coronedi Berti e la cultura del suo tempo

27 ottobre 2011

At vói cuntèr na fóla. Carolina Coronedi Berti e la cultura del suo tempo

Giornata di studi

Promosso da Provincia di Bologna, Comune di Bologna, Comune di  Budrio e sostenuto dalla L.R. 45/94 (programma 2010) e dalla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna

 

Avviato il progetto "Una pioniera degli studi etnolinguistici e demoantropologici: Carolina Coronedi Berti (1820-1911)"

15 dicembre 2010

Avviato il progetto "Una pioniera degli studi etnolinguistici e demoantropologici: Carolina Coronedi Berti (1820-1911)"

Promosso da Provincia di Bologna, Comune di Bologna, Comune di  Budrio. Intervento sostenuto dalla L.R. 45/94 (programma 2010) e dalla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna